Mary Poppins

Cosa succede ad una donna “praticamente perfetta” quando perde i suoi poteri?

Se questa donna poi é la bambinaia più famosa al mondo, tutto diventa ancora più complicato!

Mary P. non riesce più a volare, a parlare con la Natura e nemmeno a dispensare gioie aprendo la sua borsa magica, come può quindi continuare ad educare i bambini? E come sono, oggi, questi bambini?

Tra dubbi e incertezze, sedute di psicologia e prove di abilità, l’incontro col bambino più strano che le sia mai capitato la aiuterà a ricominciare a volare con il vento dell’Est, cantando e creando magia al suo passaggio e tornando ad insegnare la Fantasia, unico antidoto alle difficoltà della vita.

L’idea di ripensare ad una versione moderna di Mary Poppins nasce dall’incontro personale ed artistico tra l’attrice (in questo caso) Michela Andreozzi e Roberta Torre, regista visionaria e anticonformista, dalla ricca carriera cinematografica e teatrale. Torre ha avuto l’idea di sovrapporre il profilo di Andreozzi, artista indipendente e donna dichiaratamente childfree, con quello di Mary Poppins, donna moderna già nel 1934, anno in cui l’autrice australiana P.L. Travis scrive il libro ispirandosi a una sua zia single e fuori dagli schemi.

Prima di ogni altra, infatti, Mary Poppins, rappresenta una identità femminile self confident, che non ha bisogno di una figura maschile per sentirsi realizzata e che non ha bisogno di essere madre per avere cura dell’infanzia. Ma soprattutto che non ha bisogno di passato e futuro per portare a termine la sua missione: educare i bambini, ovvero: educare la famiglia.

In merito a questo aspetto è stata coinvolta anche Antonella Questa, già autrice per Andreozzi, che porta avanti da tempo un ampio progetto sull’educazione. E Mary P. – profondamente connessa con la Natura (anche perché nata dalla penna di una autrice australiana) – insegna proprio ad ascoltare se stessi e, di fronte alle avversità, a rispondere con la creatività e la fantasia.

Come ogni artista dovrebbe fare.